20 settembre 2014: II edizione de “La giornata del traduttore”

La giornata del traduttoreSi tiene il 20 settembre 2014 al Palazzo dei Congressi di Pisa la seconda edizione della Giornata del Traduttore. L’evento è rivolto ai traduttori tecnici ed editoriali e agli operatori economici, per confrontarsi sulle nuove prospettive della professione in un mondo che cambia.

Tema di quest’anno è il ruolo del traduttore nell’internazionalizzazione delle imprese. Il convegno è promosso dalle scuole STL Formazione di Pisa e European School of Translation di Roma.

Il motto di quest’anno è “Prepariamoci a un mondo diverso”. L’espansione sui mercati internazionali, lo confermano tutte le statistiche, è una chiave di successo anche in tempi di crisi. Il traduttore, grazie alle sue competenze, ha un ruolo chiave.

Interviene alla giornata un qualificato gruppo di relatori, provenienti dal mondo della traduzione e da quello dell’economia. Le relazioni propongono esperienze e soluzioni pratiche per cogliere le opportunità della collaborazione fra imprese e traduttori, nel mondo dell’industria e in quello dell’editoria: qui il PROGRAMMA.

I lavori del 20 settembre sono preceduti, venerdì 19, da un pomeriggio di approfondimento con incontri rivolti ai traduttori.

La prima edizione della Giornata del Traduttore (maggiori informazioni) si era svolta a Pisa il 13 settembre 2013 e aveva richiamato un folto numero di professionisti, desiderosi di confrontarsi sulle opportunità di una professione in grande cambiamento.

I posti sono limitati e le ISCRIZIONI si chiuderanno il 12 settembre, salvo raggiungimento del numero massimo di iscritti (Iscrizioni).

tratto da lagiornatadeltraduttore.it

L’estate non arriva? Portiamola a tavola!

libano_insalata-fattoushVisto che il clima non ci concede un po’ di sole e caldo, vi propongo un piatto dal sapore mediorientale per colorare la nostra tavola e rallegrare così i nostri animi!

Ecco qua il fattoush, un’insalata libanese, che ora trovate anche in Egitto e in altri paesi arabi, piatto semplice e gustoso.

Ho scovato per voi due versioni: una è qui ed è quella più “occidentale” e l’altra è qui, con il sumac e lo sciroppo di melograno, più speziata ma più autentica! A proposito il sumac, per chi non lo sa, è una spezia rossa dal sapore aspro e aromatico, che potete facilmente trovare nei supermercati.

Allora, che altro dire… buon appetito! Sahten!!

 

Volete diventare traduttori? Ecco come fare!

TRADUTTORI SI DIVENTA – CORSO ON LINE PER ASPIRANTI TRADUTTORI

Con il patrocinio gratuito di AITI e ANITI.

Un corso completo, on line, dedicato a giovani neolaureati e colleghi alle prime armi, desiderosi di acquisire informazioni utili per entrare in modo consapevole e informato nel mercato della traduzione. L’idea nasce dalla volontà di andare incontro alle esigenze di chi vuole cominciare partendo col piede giusto, fornendo strumenti e strategie mirate all’avvio della professione.

Programma

Il corso partirà a metà ottobre e avrà la durata complessiva di 18 ore e mezzo.

Chi non desidera seguire il corso per intero potrà acquistare i singoli moduli.

Qui sotto il calendario degli incontri. È possibile leggere il programma nel dettaglio e i profili dei docenti cliccando sul titolo di ciascun modulo.

Chi non potrà essere presente nei giorni stabiliti avrà la possibilità di rivedere la registrazione in un secondo momento.

I Modulo – Nel laboratorio di un traduttore

14 ottobre 2014 ore 18.00-19.30
17 ottobre 2014 ore 18.00-19.30
21 ottobre 2014 ore 18.00-20.00

  • Lezione I – Prezzi, preventivi, agenzie: il mercato del traduttore (1 ora e 30 – Gianni Davico)
  • Lezione II – Aspetti contabili e fiscali per chi si avvia alla professione di freelance (1 ora e 30 – Giuseppe Bonavia)
  • Lezione III – Aspetti legali e tutele professionali del traduttore (2 ore – Luca Lovisolo)

.II Modulo – Il marketing e l’autopromozione

23 ottobre 2014 ore 18.00-19.30
28 ottobre 2014 ore 18.00-19.30
30 ottobre 2014 ore 18.00-20.00

  • Lezione I – CV e lettera di presentazione (1 ora e 30 – Gianni Davico)
  • Lezione II – Il marketing del traduttore, da che parte cominciare (1 ora e 30 – Fulvio Julita)
  • Lezione III – Fare rete: il networking come trampolino di lancio per il portfolio del “busylancer” (2 ore – Valeria Aliperta)

.III Modulo – I ferri del mestiere

4 novembre 2014 ore 18.00-20.00
7 novembre 2014 ore 18.00-20.00
11 novembre 2014 ore 18.00-19.30

  • Lezione I – Da freelance a freelance. Consigli pratici per creare una comunicazione solida (2 ore – Angela Stelli)
  • Lezione II – Introduzione agli strumenti CAT (2 ore – Serena Menchise)
  • Lezione III –  La rete: risorsa o caos? Il traduttore onnisciente (1 ora e 30 – Bruno Berni)

.IV Modulo – Specializziamoci 

13 novembre 2014 ore 18.00-19.30
18 novembre 2014 ore 18.00-19.30

  • Lezione I – L’importanza della specializzazione per il traduttore (1 ora e 30 – Barbara Ronca. Ospiti: Arianna Grasso e Leonardo Rizzi)
  • Lezione II – Filiera del libro e scouting (1 ora e 30 – Barbara Ronca)

.Per avere informazioni sul funzionamento della piattaforma e sui requisiti di sistema necessari per partecipare ai corsi online, cliccare QUI.

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Al termine del corso verrà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza.

ISCRIZIONI* (i moduli possono essere acquistati in un’unica soluzione oppure separatamente). Chiusura iscrizioni: 6 ottobre 2014

Tariffe CORSO COMPLETO (tutti e 4 i moduli)

  • Tariffa intera: 320,00 euro
  • Tariffa ridotta: 300,00 euro (soci enti patrocinanti)
  • Tariffa per iscrizioni entro il 15 settembre e per gli allievi STL: 280,00 euro

Tariffe modulo I – II – III (tariffe riferite a ciascun modulo)

  • Tariffa intera: 100,00 euro
  • Tariffa ridotta: 90,00 euro (soci enti patrocinanti)
  • Tariffa per iscrizioni entro il 15 settembre e per gli allievi STL: 85,00 euro

Tariffe modulo IV

  • Tariffa intera: 70,00 euro
  • Tariffa ridotta: 60,00 euro (soci enti patrocinanti)
  • Tariffa per iscrizioni entro il 15 settembre e per gli allievi STL: 50,00 euro

* Le tariffe sono da intendersi IVA ESCLUSA.

Per ulteriori informazioni scrivete pure a stl.formazione@gmail.com

tratto da stl-formazione.it

Non dimentichiamoli. Siamo tutti gazawi.

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di Manuela Ecate, volontaria Arci Servizio civile in Palestina

 

«M. come stai? Come sta la tua famiglia?» – Una chiamata segue l’altra allo stesso incessante ritmo dettato dal sopraggiungere di notizie. Notizie che riportano numeri. Numeri che erano vite: anziani, donne, uomini e bambini. Centoventuno bambini.  C’era una scuola e una piccola aula dove alcuni di quei bambini provavano a costruirsi un’esistenza che, se non spensierata, conservava lo spazio del gioco e un luogo in cui trovare un abbraccio e un sorriso. Boom! La scuola non esiste più e tu, che a lavorare qui non sei certo venuto per la crisi occupazionale del tuo Paese, quell’esplosione la senti fin dentro il cervello.

Negli ultimi cinque anni la popolazione di Gaza è stata brutalmente attaccata tre volte. Tre devastanti operazioni militari dai nomi altisonanti che tanto impropriamente utilizzano i termini di ‘difesa’ e ‘protezione’. Ma da chi? E per chi? Oltre alle scuole anche gli ospedali sono stati colpiti: medici, infermieri e volontari lavorano incessantemente da giorni senza tregua, senza stipendio e senza sonno. Alcuni tra loro rilasciano interviste, lanciano appelli riponendo fiducia in un’umanità che di certo non può restare silente, non può restare immobile perchè nella voce ferma e determinata del Direttore dell’ormai quasi inesistente ospedale Shifa di Gaza trova il coraggio di credere che non tutto sia perduto ma che la sua azione vada supportata. A seguito dell’inizio della operazione Protective Edge, il Ministero della Salute ha dichiarato lo stato di emergenza a Gaza, riferendo dell’assenza di moltissimi materiali necessari alla cura dei feriti.

Il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) hanno quindi attivato una operation room a cui partecipano i principali attori coinvolti nella fornitura di cure mediche nella Striscia di Gaza con il compito di monitorare i bisogni del sistema sanitario relativo a, tra gli altri, medicine e materiali sterili e monouso, produrre ed aggiornare le liste delle priorità, coordinare con le autorità israeliane le spedizioni dalla Cisgiordania a Gaza degli aiuti umanitari, distribuire il materiale raccolto tra le strutture di assistenza sanitaria ancora operative nella Striscia. In risposta alla dichiarazione di stato di emergenza del Ministero della Salute palestinese e alla richiesta di un aiuto urgente e concreto, le ONG firmatarie si sono riunite e hanno deciso di lanciare una raccolta fondi nazionale ed internazionale allo scopo di raccogliere donazioni  per l’acquisto di medicinali ed altri materiali sanitari. 

A dieci giorni dall’avvio della campagna, grazie alle donazioni pervenute, è stato possibile ordinare ventimila euro tra farmaci e prodotti monouso che verranno consegnati tra oggi e domani direttamente all’ospedale Shifa di Gaza City. 

Lo stato di emergenza però non solo continua ma si aggrava; in due settimane sono stati uccisi 600 palestinesi e, mentre il Ministro della Giustizia israeliano Tzipi Livni dichiara che «un cessate il fuoco non è vicino», medici, giornalisti, volontari e attivisti continuano a restare al fianco della popolazione gazawi. Nelson Mandela diceva «La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti». Non dimentichiamolo.

Non dimentichiamoli. Siamo tutti gazawi.

tratto da arci.it

Una carriera nell’UE: l’EPSO cerca traduttori!

downloadEpso ha aperto un concorso per Traduttori di lingua tedesca, greca, spagnola e svedese. L’Ufficio europeo di selezione del personale cerca laureati interessati a lavorare nelle istituzioni dell’Unione Europea, per la copertura di vari posti di lavoro per funzionari.

L’Ufficio europeo di selezione del personale – Epso ha pubblicato, infatti, un bando di selezione finalizzato alla costituzione di elenchi di riserva per l’assunzione di 194 laureati, anche senza esperienza, presso varie istituzioni dell’UE, nel grado AD5 della carriera di amministratore — linguistico, per svolgere attività di traduzione e revisione di documenti in lingua tedesca, greca, spagnola e svedese. Il concorso per Traduttori prevede due opzioni di inserimento, per la copertura, rispettivamente, di 152 e 42 posti di lavoro, è per esami e le procedure concorsuali consisteranno nell’espletamento di test, prove di traduzione, interviste, esercizi di gruppo e presentazioni orali, una parte dei quali avrà sede presso il centro di valutazione Epso a Bruxelles.

POSTI A CONCORSO
Il concorso Epso mira al reclutamento di 194 funzionari di traduzione, così distribuiti tra le diverse lingue e opzioni previste:
– n. 57 Traduttori di Tedesco, di cui 41 per l’Opzione 1 e 16 per l’Opzione 2;
– n. 55 Traduttori di Greco, di cui 46 per l’Opzione 1 e 9 per l’Opzione 2;
– n. 48 Traduttori di Spagnolo, di cui 44 per l’Opzione 1 e 4 per l’Opzione 2;
– n. 34 Traduttori di Svedese, di cui 21 per l’Opzione 1 e 13 per l’Opzione 2.

REQUISITI
Possono partecipare al concorso per Traduttori Epso i candidati in possesso dei seguenti requisiti:
– cittadinanza europea;
– godimento dei diritti civili e politici;
– posizione regolare rispetto agli obblighi di leva;
– garanzie di moralità richieste per le funzioni da svolgere;
– laurea almeno triennale;
– possesso delle seguenti conoscenze linguistiche:
a. per l’Opzione 1, perfetta padronanza di una lingua del concorso tra tedesca, greca, spagnola e svedese, e conoscenza approfondita di due lingue tra Francese, Inglese e Tedesco;
b. per l’Opzione 2, perfetta padronanza di una lingua del concorso tra tedesca, greca, spagnola e svedese, conoscenza approfondita del Francese o dell’Inglese o del Tedesco, e di una lingua ufficiale dell’Unione Europea diversa dalle ultime 3.
I candidati potranno concorrere per una sola delle opzioni previste, da scegliere al momento della compilazione dell’istanza. Per prendere visione dettagliata delle caratteristiche richieste ai concorrenti si rimanda a quanto indicato nell’avviso di selezione.

DOMANDA
Le domande di partecipazione dovranno essere presentate, entro le ore 12.00 del 5 agosto 2014, attraverso l’apposita procedura online raggiungibile seguendo l’apposito link disponibile sulla pagina Epso concorso per Traduttori.

BANDO
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a scaricare e leggere attentamente il BANDO (Pdf 966Kb) relativo al concorso per Traduttori indetto dal European Personnel Selection Office, e a visitare la sezione dedicata alle opportunità per lavorare all’Unione Europea sul portale riservato alle carriere e selezioni Epso.

tratto da ticonsiglio.com

La principessa dagli occhi di giada

downloadMi chiamo Samira e ho 5 anni. Da quando avevo 3 anni sogno di essere una principessa, di avere un grande palazzo e di trovare un bel principe sul suo cavallo alato. Un giorno la mia mamma mi ha detto che dovevamo andare via dal nostro villaggio. Noi abitavamo vicino a una città che si chiama Mogadiscio, in un paese in Africa, la Somalia. Il mio villaggio mi piaceva, avevamo una casa di terra e paglia e lì abitavano anche la mia sorellina, il mio fratellino e i miei nonni. Mio fratello era un po’ malato, perché aveva avuto un incidente e così stava sempre a letto e non vedeva più. Mamma dice che gli era andata a finire una pallina di fuoco nella faccia per colpa della guerra. Io non lo so bene, perché non c’ero, in quel momento ero con la mia amica Muna a giocare. Ho pensato subito che, andando via dal nostro villaggio, non avrei più giocato con lei e mi è venuto da piangere, però mamma mi ha detto che saremmo andate in un posto più bello, dove avremmo avuto un grande palazzo e saremmo state trattate da principesse e soprattutto dove non avremmo più sentito il rumore della guerra. Non so cosa sia la guerra, ma ho pensato a quello che era successo a mio fratello e così sono partita più felice. Abbiamo fatto un viaggio lunghissimo. Io ho dormito molto, e, ogni volta che mi svegliavo, vedevo tante persone che non conoscevo. Avevo fame e sete, ma non avevamo quasi niente e così cercavo di non piangere perché sapevo che, quando saremmo arrivate, avremmo avuto tante cose buone da mangiare. A un certo punto mi sono ritrovata in una barca e mi sono detta: “Che bello! Finalmente siamo al mare! Sicuramente andiamo in un’isola dove ci sono dei palazzi meravigliosi!”. Ma il viaggio non è stato facile, non arrivavamo mai, ho visto delle ferite sulle gambe della mia mamma e non so bene cosa sia successo. Alcuni momenti non li ricordo. Mi sembrava di essere in un sogno strano, con facce di uomini che, come mostri marini, urlavano, sputavano, ci davano calci e ci spingevano, mentre il velo verde della mia mamma cercava di proteggermi. Alla fine siamo arrivate. Il mare era mosso, ho visto delle persone che sono cadute in acqua, io sono stata presa in braccio da una signora tutta bianca con i capelli gialli: ho pensato che, per essere così bianca, doveva bere molto latte e che magari ce ne avrebbe dato un po’. Da quel giorno, ho visto tante altre facce bianche con bocche che hanno parlato una lingua che non capivo, mani bianche che mi hanno visitato e dato da mangiare. Mamma mi ha detto che questo posto nuovo si chiama Italia. L’Italia è molto diversa dalla Somalia. Anche le case. All’inizio siamo stati tutti noi neri insieme, dentro un solo palazzo, e faceva troppo caldo e un po’ puzzava. Tutti mi sembravano arrabbiati, anche la mia mamma non era contenta e mi sono detta che allora forse era meglio che fossimo rimaste in Somalia. Poi ci hanno mandato in una città che si chiama Ancona, vicino al mare, e ci hanno portato in una casa vera: un palazzo con una camera tutta per noi, con una stanza grande dove giocare. Ho conosciuto altri bambini e ho iniziato ad andare a scuola. Mi piace perché coloriamo, ci divertiamo e ora capisco un po’ di più quando mi parlano. Qui le persone non sorridono tanto e anche la mamma sta diventando un po’ bianca. Dice che qui non c’è il lavoro. Forse il lavoro è una cosa importante, perché lei è diventata più triste, dice che non abbiamo i soldi, che quelli che prima ci aiutavano non ci aiutano più, che abbiamo pochi vestiti e poche cose da mangiare. Ci manca la nostra famiglia. Un giorno vorrei tanto che nel nostro palazzo arrivino i miei fratelli e i miei nonni con un cavallo alato, che ci abbraccino forte e che ci riportino in Somalia. Così forse rivedrei il sorriso di mamma e potrei essere per sempre una vera principessa.     

14° premio di poesia e traduzione “Lionello Fiumi”

immagine newsIL COMUNE DI ROVERCHIARA – BIBLIOTECA CIVICA “LIONELLO FIUMI” – HA BANDITO IL 14° PREMIO DI POESIA E TRADUZIONE INTITOLATO AL POETA LIONELLO FIUMI.
CHI INTENDE PARTECIPARE DOVRA’ INVIARE LE OPERE AL COMUNE DI ROVERCHIARA – VIA VITTORIO VENETO, N. 7 – 37050 ROVERCHIARA (VR), CHE DOVRANNO PERVENIRE ENTRO IL 31 AGOSTO 2014.
LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE AVRA’ LUOGO DOMENICA 12 OTTOBRE 2014, ALLE ORE 10:30 PRESSO LA SALA CIVICA COMUNALE.
PER MAGGIORI DETTAGLI VEDERE IL BANDO ALLEGATO.

Il coraggio dei rifugiati

Il rifugiato è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra” [Articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati].

Il 20 giugno è la giornata mondiale del rifugiato: da questo stralcio della convenzione di Ginevra si evince che un rifugiato è una persona perseguitata, è una persona che, per motivi politici, religiosi, etnici o altro, è costretto a lasciare la sua casa, la sua famiglia, i suoi amici, il suo paese. Il rifugiato non è un migrante qualsiasi, non è una persona che si muove per cercare un lavoro. Il rifugiato è una persona che fugge, che trema, che è tormentato dalla paura. Il 20 giugno è la giornata che lo ricorda, che ci ricorda che nel mondo esistono più paesi in guerra, paesi stremati da conflitti civili e battaglie sanguinose, che paesi in pace. E’ la giornata che ci ricorda che ci sono migliaia di persone che si mettono in viaggio senza sapere se riusciranno ad arrivare a destinazione o diverranno un corpo senza nome nelle acque dei nostri mari o nel silenzio del deserto. E’la giornata che dovrebbe ricordarci di essere un po’ meno egoisti, di dare una mano quando possiamo aiutare chi ci guarda senza speranza, chi ha perso tutto e arriva in Italia solo con la sua anima lacerata dalle sofferenze, chi ha visto morire un figlio, chi pensa di non farcela più. Ma non si tratta di partecipare agli eventi organizzati dalla propria città, alle manifestazioni o alle proiezioni di immagini già viste e riviste corredate da un succulento aperitivo etnico. Si tratta di ricordarci di loro, degli “invisibili”, tutti i giorni dell’anno e di provare a metterci nei loro panni. Immaginiamo che esploda improvvisamente un conflitto irrisolvibile nel nostro paese. Saremmo disposti ad abbandonare tutto quello che con fatica e sudore abbiamo costruito nel corso degli anni? Ad abbandonare i nostri più cari affetti senza sapere se un giorno avremmo la fortuna di poterli riabbracciare? Saremmo disposti a fuggire senza avere nulla in cambio e soprattutto senza la certezza di un futuro sereno davanti a noi? Io ogni tanto ci penso. E forse sì, forse ci riuscirei, sapendo che è l’unica strada per salvarmi la vita. La morte è lì che mi spia da dietro l’angolo, che mi mette davanti ostacoli insormontabili, ma io devo tirare fuori tutta la mia forza e il mio coraggio per poi non pentirmi di non aver provato ad aiutare non solo me stessa, ma anche tutti quelli che, rimasti nel costante pericolo del mio paese, aspettano mie notizie e i miei aiuti economici da una terra che non conosco. Ma con quanta paura, quanta tristezza lo farei? Un dolore che mi spezzerebbe il cuore in mille pezzi. Un dolore che mi porterei dietro per sempre. Vi invito a riflettere su queste mie parole e a guardare con occhi diversi quelle persone che arrivano sulle carrette del mare e che erroneamente molti di noi credono siano venuti solo per “rubarci” un lavoro che non c’è. Vi invito a ricordarvi di loro, ogni tanto di far loro un sorriso se li incontrate sui vostri passi, di non essere timorosi nei loro confronti. Perché la parola Accoglienza non rimanga solo una parola.

Arriva Radio Passagers: la radio dei migranti

Venti anni di esperienza e un lungo percorso “africano” in seno a Reporter sans Frontières, hanno portato il giornalista Léonard Vincent (attuale corrispondente di RFI e Radio France in Marocco), alla creazione di una nuova piattaforma radiofonica alquanto innovativa.

Il progetto si chiama “Radio Passagers – La voix des migrants” ed è dedicato a chi migra, transita, sogna di partire o a chi è già arrivato a destinazione. Lo scopo è di mettere a disposizione una vasta gamma di programmi radiofonici gratuiti, scaricabili sul telefono portatile o lettore mp3, destinato ai migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Un vero e proprio atelier radiofonico, per il quale il produttore e i giornalisti incaricati creeranno, con i loro propri mezzi, dei programmi semplici, creativi e ludici, accessibili a tutti e a tutte. I programmi saranno animati e coordinati da un conduttore basato a tempo pieno a Parigi, i reportage, così come alcuni programmi, saranno invece creati dai corrispondenti di RFI o da altri media francesi basati nei paesi di transito o destinazione dei migranti.

Poi c’è il pubblico che è invitato ad interagire in maniera diretta, tramite la regola “coloro che hanno un po’ contribuiranno per “coloro che non hanno niente” sarà possibile fare una donazione alla radio regalando dei minuti di emissione a persone che non possono permetterselo, mettendo in moto un vero e proprio sistema di “sponsorizzazione partecipativa”La radio per il momento resta in lingua francese, lingua comune di diversi migranti provenienti dall’Africa Subsahariana. “Se il progetto funzionerà, l’idea è di realizzare una radio simile in arabo, inglese, farsi… ovvero in tutte le lingue di ‘coloro che passano’, per riprendere la magnifica espressione che la giornalista Haydéè Sabéran ha scelto come titolo del suo libro”, spiega l’autore.

Radio Passagers vuole essere anche un luogo di incontro di momenti da condividere e da trasmettere in diretta: i membri potranno comprarsi dei ‘minuti di antenna’ per raccontarsi, condividere una lettura, una canzone o la propria esperienza, con la parola d’ordine selezionata dall’iniziativa “Stiamo insieme”.

Come è nata questa idea? L’autore spiega come il progetto voglia rispondere ad alcune questioni che si è posto durante i suoi numerosi viaggi nel continente africano: “I migranti che ho incontrato in Marocco semplicemente non hanno mezzi di comunicazione a disposizione, sono le loro famiglie che li informano al telefono, una volta ogni tanto. […] Rimasti soli, estranei alle società che attraversano o in cui attendono pazientemente, gli immigrati vivono spesso in uno stato di angoscia e di vuoto psicologico. Nessuno parla loro, parla di loro, dei loro problemi, delle loro esperienze del passato e del futuro di questo doloroso auto-perpetuarsi. – e continua – Nessuno viene ad occupare il posto lasciato vacante dalla durezza dell’esilio, tutti mi hanno detto che aspettano che gli si parli, che li si informi, che si arrivi fino a loro con delle parole”.

Per questo Radio Passagers vuole rispondere a profonde esigenze culturali, sociali e politiche fornendo programmi di qualità per tutti, gratuitamente, facilmente, con l’aiuto di alcuni, a beneficio di altri. Pertanto, “Nulla vieta ad un francese di Saint-Étienne di ascoltare con interesse le discussioni sulla storia dei paesi di transito, i nostri programmi musicali, le nostre lezioni wolof, arabo o bambara”.

L’iniziativa è in corso di finanziamento ed è possibile contribuire qui al lancio della piattaforma previsto per il prossimo autunno.

Per maggiori informazioni visitate il sito, la pagina facebook e twitter.

tratto da mmc2000.net

No borders train: io parto e voi?

Milano. Sabato 21 giugno – La nostra Europa non ha confini: un treno per violare le frontiere europee

No borders train. Ore 14.00. Da ogni parte d’Italia verso la Stazione Centrale di Milano e poi oltre i confini europei

Questa ennesima “emergenza immigrazione”, con migliaia di persone in fuga da guerre e violenze in approdo sulle coste italiane, porta con sé, come sempre, tutto il suo corollario di violazioni, prassi illegittime, deroghe ai diritti, ipocrisie e speculazioni. Accade nel mare del sud, dove ancora si muore, alla faccia di Mare Nostrum, così come alle frontiere interne dell’Europa che ingabbiano migliaia di persone nel primo paese d’approdo, passando per il “piano di accoglienza straordinaria” del governo, una nuova occasione per fare affari sulla pelle dei migranti. Si tratta di uno scenario che il risultato delle recenti elezioni europee rischia solo di aggravare trasformando l’Europa in un vero e proprio campo di battaglia in cui i confini giocano un ruolo determinante.

Chi arriva sulle coste italiane oggi fugge da violenze e persecuzioni. Per questo rivendichiamo la necessità di mettere in campo l’unica soluzione possibile per evitare le morti in mare e la speculazione dei trafficanti: la costruzione di percorsi di arrivo autorizzati e sicuri in Europa. Di fronte a questo le istituzioni europee e quelle nazionali tacciono.

Ma il viaggio in mare non è l’unica occasione in cui i migranti sono costretti a sfidare i confini europei. Perché un’altra odissea inizia una volta raggiunta l’Europa. Per chi rimane, il dispositivo dell’accoglienza messo in campo dal governo non è in grado di garantire null’altro se non mesi di attesa e assistenzialismo speculativo, aggravato dal fatto che ancora una volta sono stati aggirati i circuiti ufficiali dello SPRAR procedendo alla “distribuzione” dei profughi al miglior offerente. 
Non è un caso che migliaia di rifugiati abbandonati dalle istituzioni di questo paese siano costretti ad occupare casa come unica possibilità di assicurarsi un tetto, mente il governo, con il decreto Lupi, vorrebbe sottrargli anche il diritto alla residenza ed alle utenze.
Per questo, per costruire e conquistare dal basso i diritti che altri continuano a negare, proponiamo a tutti di dar vita ad una rete di supporto. Una mappa di luoghi e contatti a disposizione di chi si muove per raggiungere altri Stati e di chi rimane e rischia di veder negata la sua domanda d’asilo, o vive in condizioni di accoglienza indegne in attesa di sapere cosa sarà del suo futuro dopo il 30 giugno, data di scadenza delle convenzioni del Ministero con i centri.

Ma oggi la questione dell’asilo e delle migrazioni interroga nell’immediato, come non mai, anche l’Europa, le sue geometrie, gli egoismi degli stati, la nostra possibilità di costruire uno spazio europeo che non sia dominato da austerity, precarietà e esclusioni. Nulla a che vedere con gli schiamazzi del Ministro Alfano che, mentre invoca la revisione di Dublino, continua a respingere verso la Grecia i rifugiati ai porti dell’Adriatico.

Gran parte dei migranti che arrivano in Italia mirano ad andarsene per raggiungere altri paesi. Ma mentre nel Vecchio Continente merci e finanze circolano liberamente, i confini bloccano e dividono, selezionano le persone rivelando tutta la loro ipocrisia. 
Così migliaia di “profughi” sono privati del loro diritto di scelta, costretti a rimanere ingabbiati in Italia oppure a pagare profumatamente gli sciacalli che sulle regole dell’Europa stanno facendo fortune.

Il 26 e 27 giugno prossimi il Consiglio europeo si riunirà a Bruxelless per discutere di frontiere, pattugliamenti e nuove regole operative. Negli stessi giorni arriverà nella capitale belga la “Marcia dei rifugiati” a cui parteciperemo insieme a centinaia di migranti ed attivisti da tutta Europa. Poco dopo, l’11 luglio, a Torino, i leader dei paesi europei si ritroveranno a discutere invece di (dis)occupazione giovanile.

Questa agenda ufficiale è anche l’occasione per i movimenti (tutti) di costruire insieme un’ agenda programmatica di lotte e conflitti, di battaglie e percorsi di condivisione, per continuare a tessere le fila di un movimento europeo di trasformazione.

Per questo invitiamo tutti a sfidare i confini dell’Europa insieme ai migranti ed ai rifugiati ingabbiati in questo Paese. Perché quello che sta avvenendo intorno alle frontiere che dividono l’Italia dalla Francia, la Svizzera e l’Austria ha bisogno di una risposta immediata. 
Per mettere fine alla violenza ed all’ipocrisia del confine, per sostenere la marcia dei rifugiati, per dare concretezza a quanto affermato nella Carta di Lampedusa, perché le frontiere dell’Europa sono un pezzo della nostra precarietà, tanto più oggi, quando la libertà di movimento è messa in discussione anche per gli stessi cittadini degli Stati membri.

Sosteniamo il no borders train. Per fermare l’ingiustizia dei confini europei

Invitiamo tutti a raggiungere la Stazione Centrale di Milano, il prossimo sabato 21 giugno, alle ore 14.00, con carovane grandi e piccole, per poi partire in treno verso le frontiere europee, e violarle collettivamente, alla luce del sole, in tanti, rivendicando, insieme ai migranti, la nostra EUROPA senza confini.

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tratto da meltingpot.org