Di nuovo in un paese dai mille paesaggi e dalla natura incontaminata: nel 2012 sono approdata in Canada, o meglio nel Quebec, a esercitare il mio francese, a vedere se fossi riuscita a scovare un orso, a gustare lo sciroppo d’acero, a scoprire i vecchi villaggi dei nativi indigeni (gli uroni) e le meravigliose città come Montreal. E poi un salto in Ontario, a Toronto, dove sembra di essere già negli States, e letteralmente tuffarsi nelle Cascate del Niagara (vi consiglio il Maid of the Mist…) per finire con un volo nella stupenda New York. Tornarci dopo 14 anni mi ha suscitato strane emozioni: viverla da diciottenne e poi da trentaduenne ha avuto tutto un altro sapore. Ho potuto apprezzare appieno le bellezze dei suoi musei, passeggiare con tranquillità a Central Park e godermi un fantastico musical a Broadway e poi esplorare quartieri che non conoscevo, mangiando dolcetti cinesi. Ma il grande fascino della città era quello che ricordavo, mi sembrava di esserci stata solo qualche giorno prima: avevo tutto stampato nella memoria. La nota triste, dolorosa, è stata rimettere piede dove avevo avuto modo di vedere le Torri Gemelle: Ground Zero non è, almeno secondo me, un omaggio alle vittime di una delle tragedie peggiori della storia mondiale, ma un business, con tanto di animaletti di peluche col cappello da pompiere. Non sono entrata a vedere quei due gran buchi senza significato, ma ho guardato da lontano, prima di tutto per rispetto e poi per conservare intatto un ricordo che porto ancora nel cuore.