Mediterraneo: un mare di solidarietà o focolaio di malattie?

Condivido questa iniziativa poiché credo che in un momento come questo sia necessario più che mai essere informati.

MEDITERRANEO: UN MARE DI SOLIDARIETA’ O FOCOLAIO DI MALATTIE?

Ancona, 14 ottobre 2014

Ore 10.30 – 13,30

Sala Consiliare del Comune di Ancona
Piazza XXIV Maggio, n.1

Saluti Sindaco di Ancona
Valeria Mancinelli

Intervengono

Prof. Aldo Morrone

Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Ematologia (IME) e consulente del Ministro della Salute per le malattie delle migrazioni

Giuliano Tagliavento

Dirigente Agenzia Regionale Sanitaria Marche – area Prevenzione e Promozione della Salute

Angelo Conti

Giornalista, Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi

Paolo Bernabucci

Presidente del GUS Gruppo Umana Solidarietà “Guido Puletti”

Sono stati invitati esponenti della Regione Marche e delle Prefetture, Sindaci, Operatori Sanitari, Operatori Sociali.

Di fronte al crescente allarme sul possibile rischio di contagio del virus Ebola, il seminario sarà l’occasione per fornire informazioni agli operatori del settore sociale e sanitario e della comunicazione e per far conoscere i sistemi di prevenzione e di intervento attivati in Italia e in Africa.

L’evento è aperto a tutti. E’ gradita conferma di partecipazione: info@gusitalia.it

Ma fi mushkila

Sono passati tre mesi dal mio arrivo in Italia. Partito dal Sud Sudan, dopo aver attraversato lo sterminato deserto ed essere approdato in Libia, dopo essere scampato alla morte e aver inghiottito la violenza del mare che mi ha ospitato per giorni, sono sbarcato nella piccola isola che tutti chiamano “Lambidusa”. Lì mani esperte mi hanno visitato e messo su un autobus con direzione Bari. Poi, da lì ancora su un altro autobus con direzione Roma, e poi Venezia, infine Ancona. Ho conosciuto delle persone che mi hanno offerto aiuto, una casa, del cibo, la possibilità di studiare la lingua italiana, mi hanno spiegato come andare in Questura, mi hanno detto che potevo parlare con una donna che fa un mestiere che si chiama “bisicologa”. Io non ho capito molto, lei si è presentata come la “dottoressa della testa” e ha iniziato a farmi domande, a parlare, a parlare, a parlare. Vicino a lei c’era un’altra persona che traduceva in arabo e che voleva sapere i fatti miei. Allora, io ho solo detto che non c’era nessun problema. Ma fi mushkila. Ho detto che stavo bene e che mi piaceva l’Italia. Dopo una settimana ci siamo rivisti, voleva sapere qualcosa in più della mia famiglia. Mia madre, mio figlio e mia moglie sono stati uccisi in uno scontro a fuoco a Bor, io mi sono salvato solo perché in quel momento non ero presente, stavo lavorando nel mio negozio di stoffe. Quando ho pensato a loro, quando i loro visi e le loro voci sono rientrati prepotentemente dentro di me, è ricominciato anche un forte mal di testa che non sono riuscito a scacciare. Allora ho solo detto che non sapevo dove fossero, che io ero fuggito dalla guerra e che avevo perso i contatti con loro. Ma sapevo, ero certo che stavano bene. Ma fi mushkila. Quando sono uscito da quella stanza soffocante, volevo solo tornare a casa, sdraiarmi sul letto e chiudere gli occhi con quelle gocce che mi fanno stare meglio, che mi fanno dormire quel poco che basta per poter andare avanti. Per un po’ mi hanno lasciato in pace. Ma poi hanno ricominciato. Ancora domande, ancora aiuto. Non hanno fatto altro che ripetermi che vogliono aiutarmi, che vogliono farmi stare meglio. – Kamal, ascolta, se non ci dici che cosa ti fa star male, noi non possiamo fare niente per te. Non puoi continuare a prendere i farmaci. Dobbiamo capire che cosa è successo. Fidati di noi. – A un certo punto sono scoppiato. – Volete sapere che cos’ho? Volete sapere che cosa voglio? Io voglio morire. Dovete solo lasciarmi morire. – Sono andato via, sono fuggito. Via da loro, via da tutti. Non voglio più pensare, non voglio più ricordare, il dolore è atroce, la testa mi scoppia, il cuore mi martella nel petto. Sono rimasto solo, non ho più nessuno al mondo, ho perso tutto. Perché devo essere obbligato a ricordare? La vita che mi resta non voglio più viverla. Sono fuggito dal mio paese per dimenticare il mio passato. Ma lui è sempre lì, in agguato, è dietro l’angolo. Sento ancora le esplosioni, la gente urlare, i bambini piangere disperati. Vedo ancora le case bruciare e quell’odore acre, pungente, quell’odore di morte. La mia vita è morte. Ora vago per strada, senza una casa, senza un lavoro. Solo quando sarò morto, allora potrò dire davvero, insieme alla mia famiglia, ma fi mushkila.

Una lettera dalla Sierra Leone

Oggi ho deciso di pubblicare una lettera. Una lettera che mi arriva come un colpo dritto al cuore, una lettera che è stata scritta a una mia amica e collega e che mi ha aiutato a capire che cosa sta succedendo in un paese che è stato purtroppo dimenticato. Si tratta della lettera di Peter, un agricoltore e formatore, che vive in Sierra Leone. La sua terra è ormai devastata: le persone muoiono ogni giorno, la situazione è gravissima, gli ospedali non riescono più a ricevere persone, non c’è personale sanitario a sufficienza né equipaggiamento per limitare il contagio, inoltre non si trova più cibo, molte delle Ong internazionali hanno lascito il Paese. Ad oggi possiamo fare ben poco per aiutarli se non sensibilizzare la comunità e fare qualche donazione. Da qualche giorno Medici Senza Frontiere ha avviato la raccolta fondi tramite sms allo 45507, quindi potete contribuire in questo modo per cercare di arginare il contagio (www.medicisenzafrontiere.it/ebola). Vi consiglio inoltre di leggere un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Internazionale “Tutto quello che non stiamo facendo contro l’ebola”. In sintesi si afferma che L’Organizzazione mondiale della sanità dovrebbe guidare la lotta contro l’ebola in Africa. Ma i tagli di bilancio degli ultimi anni hanno compromesso la sua capacità d’intervenire. Per questo nessuno ha preso misure efficaci contro la diffusione del virus.

Facciamo qualcosa noi, qualcosa di concreto e reale, parliamone, raccogliamo fondi, sensibilizziamo chi non conosce questo enorme problema e condividiamo tutte le informazioni con qualsiasi strumento! Qui di seguito trovate la lettera di Peter.

Dear Mari Angela,
L oneness for me and others has becomes our
life’s most painful experiences, but its especially difficult when we
are going through a trying situation of hope, were all is not lost in
the name of God, I’m writing to you as part of this family been
trapped in absolute danger of life around this dreadful disease of
Ebola, As you are aware, Sierra Leone has been facing this challenge
for the past four months. Many of us are concerned about our lives and
welfare, especially witnessing the death and discouraging burials of
some of our community members,
My sister,We are really facing difficult life, based on
the rising trend of other basic commodities, medical needs ,fear of
other related illness and cost of treatment, which  has created fear
among restricted people in fear of contracting this disease outside
our home,
Above all, essential requirements for life
sustainability have added a further weight to our suffering standards
for which we now hope on the saving and helping hand of kind friends
in Italy through the intervention of God.
As a friend and sister kindly use the following
information to help, NAME- ( PETER SANIEH KARGBO ) PLACE TO SEND MONEY
-( MONEY GRAM ) INDICATE CODE NUMBER THROUGH TEX OR THROUGH E’MAIL,INDICATE FULL NAME OF SENDER. My greetings and thanks to all family and friends in Italy,pray for us .

yours sincerely Peter s. kargbo

25-26 settembre: torna a Parma il Traduttore Visibile

VII edizione del convegno Il Traduttore Visibile: una “due giorni” interamente dedicata alla traduzione organizzata dall’Università di Parma con il sostegno e il contributo di Regione Emilia RomagnaComune di Parma, Giornata Europea delle Lingue, Ambasciata di Spagna – Istituto Cervantes e Fondazione Monte Parma, che si terrà giovedì 25 e venerdì 26 settembre, nell’Aula Magna “Miazzi” del Dipartimento di Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia – A.L.E.F. (Area di Lingue e Letterature Straniere – viale San Michele 9).

Sin dalla sua origine, il progetto si prefigge l’obiettivo di formare e informare studenti e traduttori professionisti in materie relative alla preparazione professionale e alle sfide poste dalla pratica lavorativa nel campo della traduzione.

Anche quest’anno sono due i temi chiave su cui si concentrerà il convegno, nel quale sono previsti interventi di docenti universitari, scrittori, traduttori e guide turistiche.

La prima giornata, che prenderà il via alle 9 con il saluto delle autorità, si intitola Tradurre. Professione: Poeta, e sarà dedicata alla traduzione della poesia.

La seconda giornata, che prenderà il via alle 9.30, si intitola Sì, viaggiare… con il traduttore alla guida e si occuperà del ruolo delle traduzioni, e dei traduttori, nei viaggi e nel turismo.

tratto da lagazzettaparmigiana.it

Sabir: una lingua, un unico mare e ben due festival da non perdere!

Sabir è la lingua franca con cui, dal Medioevo fino a tutto l’Ottocento, nei porti e sulle imbarcazioni del Mediterraneo, comunicavano mercanti e pescatori, commercianti e marinai provenienti da vari paesi. Lingua meticcia che ne accoglie molte altre come l’arabo, l’occitano, il greco, il catalano, il turco, il siciliano, il genovese, il veneziano, Sabir non corrisponde a una popolazione precisa, non designa né un territorio né un confine, ma esprime l’esigenza primaria di sapere e di comunicare.

Il Sabirfest – Vivere il Mediterraneo, organizzato da Mesogea, Horcynus orca e People on the move e che si terrà nella città di Messina dal 25 al 28 settembre, è la prima edizione del progetto culturale che da questa lingua trae il nome e l’ispirazione e che, dall’area dello Stretto, lancia occasioni e spunti di riflessione per ripensare e vivere il Mediterraneo attraverso quattro sezioni intrecciate: SabirFest (incontri e presentazioni), SabirLibri (un mercato di libri all’aperto e al coperto dove poter sfogliare, leggere e comprare libri), SabirSuq(un mercato di oggetti, odori e gastronomia mediterranea con degli angoli ristorazione) eSabirMaydan (una piazza civile e civica dove si incontrerà la società civile mediterranea).

Giornalisti, attori, musicisti, traduttori, editori e giornalisti, italiani e internazionali per quattro giorni animeranno la città siciliana con incontri, reading, presentazioni, performance musicali e teatrali.

Per vedere tutto il programma cliccate qui.

Ma c’è un altro importante festival che prende il nome da questa magica parola che è Sabir. Il Sabir Festival, il festival diffuso delle culture mediterranee, che si terrà a Lampedusa dall’1 al 5 ottobre, in cui si realizzeranno dibattiti, incontri e laboratori sul ruolo di Lampedusa come ponte tra i popoli nel cuore del mare Mediterraneo. In particolare, i due temi principali, che saranno discussi nell’ambito dei due incontri internazionali, sono ‘Migrazioni’ e ‘Partecipazione e democrazia euro mediterranea’.

La collocazione temporale intorno al 3 ottobre del 2014 consente un forte richiamo alla responsabilità collettiva per la strage avvenuta nello stesso giorno del 2013, nel quale hanno perso la vita 368 persone in cerca di protezione. In tale giorno della memoria si intende, attraverso questo evento internazionale, ridare dignità e voce unicamente alle tante vittime dell’immigrazione.

Per vedere tutto il programma cliccate qui.

Quindi, che altro dire, scegliete uno dei due o meglio, se potete, andate a entrambi, per capire, approfondire, ricordare che facciamo parte di un unico mare e di un popolo che, tempo fa, comunicava in una sola lingua. Senza problemi né discriminazioni di alcun genere. Perché il Sabir era ed è anche questo.

17-21 settembre: XII Festival della letteratura mediterranea a Lucera

logo luceraIl tema scelto per la dodicesima edizione del Festival della Letteratura Mediterranea, L’IDENTITA’, è l’occasione per raccontare le storie individuali, e al contempo universali, di uomini e donne impegnati nella ricerca della propria identità. Un lavoro di tessitura e rimodellamento delle proprie esperienze, del proprio Io, della propria personalità; un susseguirsi di lotte e traguardi, errori e scelte, successi e ripensamenti; un perenne rinnovamento, una continua indagine.

Il Mediterraneo è la trincea di questa umanità divisa e titubante, in lotta per superare le proprie dicotomie. Il Mare Nostrum, custode delle cause e delle soluzioni di ogni dissidio, come una incessante fonte di risposte e di domande, dà vita ad una continua contaminazione di tradizioni, legami e memorie che ognuno di noi condivide.

Sin dalla sua prima edizione, nel 2003, il “Festival della Letteratura Mediterranea” Festival ha posto al proprio centro la letteratura e la cultura nelle sue più svariate declinazioni, raccontando e valorizzando lo spirito, le anime e le storie dei popoli del Mediterraneo. Nei giorni del Festival Lucera diventa crocevia di incontro e dialogo tra autori e lettori, palcoscenico di confronti e riflessioni nell’incontro con culture “altre” e attorno ai temi più attuali e universali. Oggetto di numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia della Presidenza della Repubblica, il Festival della Letteratura Mediterranea di Lucera è ormai diventato un appuntamento fisso per tutti gli amanti della letteratura e non solo. Tra le novità di quest’anno la costituzione di una rete di Festival culturali della Capitanata in cui il Festival della Letteratura Mediterranea di Lucera fa squadra con“Questioni Meridionali” di Foggia e la “Fiera del Libro” di Cerignola, manifestazioni queste organizzate da gruppi di ragazzi che hanno deciso di unirsi per sostenersi a vicenda e dare sostanza alla loro voglia di coinvolgere i luoghi in cui vivono in un percorso di scoperta, conoscenza e incontro con l’altro.

La volontà di crescere e programmare un’offerta culturale sempre più ampia ha ispirato il lavoro del comitato organizzativo del Festival per questa XII edizione portando i componenti ad ottimizzare le proprie risorse al meglio puntando ad una proposta di grande qualità artistica e, nello stesso tempo, orizzontale, rivolta cioè ad un pubblico sempre più esperto ed eterogeneo.

Cospicuo è poi l’impegno sui social, attraverso più azioni virali volte a coinvolgere attivamente il pubblico prima e durante il Festival. Anche per questa XII edizione, come per le precedenti, ci sarà la possibilità di seguire tutti gli incontri e gli eventi del Festival della Letteratura Mediterranea attraverso i principali social network ossia Twitter(@med_cultura), Facebook (la pagina “Festival della Letteratura Mediterranea”) e Google+ (Mediterraneo Cultura) con le ultime notizie, gli aggiornamenti, gli approfondimenti relativi alla kermesse, facilmente rintracciabili grazie all’hashtag #XIIFLMed.

Tutto il programma della XII edizione sulla Cartella Stampa

tratto da mediterraneoecultura.it

Un dolce di miele e mandorle

–  Ancona, stazione di Ancona – gracchia la voce metallica dall’altoparlante. Io scruto il tabellone velocemente, è tardi, devo muovermi. Intercity da Bari, binario 3. Ok, faccio per precipitarmi giù dalle scale, ma loro sono già lì. Si guardano intorno, spaesati, con il viso muto e guardingo. Hanno una marea di valigie, non so come faremo per trascinarle fino al loro alloggio. Mi avvicino, mi presento, provo a comunicare, ma la nostra conversazione si riduce a qualche parola in italiano, qualcuna in un inglese stentato e molti, troppi silenzi. Mi sento scrutata, letteralmente squadrata da capo a piedi. Mi sento colpevole perché dobbiamo andare a piedi e loro sono già stanchissimi. Provo a parlare con i due ragazzi, di 11 e 16 anni, ma a loro interessa sapere solo se c’è la tv, se possono vedere canali armeni, se possono fare sport. La mamma mi guarda con occhi tristi e il papà cammina spedito a passo di marcia. Non sarà facile, mi dico. Poi corro in ufficio per fare qualche ricerca. Voglio documentarmi sul loro paese e capire meglio la loro storia. Leggo che la famiglia Malakian viene da Yerevan, dalla poco conosciuta Armenia, terra, da quanto ne sappia, in cui non sono in corso conflitti civili. E allora perché hanno richiesto asilo in Italia? Scartabello un po’ i documenti che ho e scopro che lui, il capofamiglia dagli occhi di ghiaccio, era il boss del corpo di polizia e sua moglie gestiva una cooperativa abbastanza conosciuta. Condizioni agiate, grande casa con giardino e vista sull’Ararat, autista personale, scuole private per i figli, possedimenti e beni di grande valore. E allora? Che cosa è successo? Mi cadono gli occhi su un articolo di giornale scritto in inglese. Si parla di “casa bruciata”, “gravi ustioni del figlio maggiore”, “persecuzioni continue”. Vado a leggere qualcos’altro sull’Armenia e scopro che c’è una potente mafia locale che ha a che fare con traffici illeciti di droga, armi e riciclaggio di denaro sporco. Forse il signor Malakian ha scoperto qualcosa che lo ha inevitabilmente condannato. Passano giorni, mesi e per me la famiglia armena resta ancora un mistero. Cerco di fare il mio dovere, li aiuto con l’apprendimento della lingua italiana, vado a casa loro per studiare con i ragazzi, mi offro di aiutarli per vari problemi domestici. Sono gentili, ma assenti. Finché un giorno mi trattengo un po’ di più, scopro anch’io le mie carte, racconto un po’ di me e la signora Anush mi chiede se voglio aiutarla a cucinare un dolce. E’ un’ottima cuoca e tra farina, miele e mandorle, finalmente riesce a sfogarsi. Lasciare la sua vita, le sue comodità, i suoi vestiti, i gioielli fino ad arrivare in Italia, prendere i vestiti alla Caritas, accumularne tanti per credere di essere di nuovo ricca, viaggiare in un treno sporco e poi entrare in un appartamento piccolo, spoglio e iniziare a cucinare, giorno e notte, per non pensare. Per non ricordare quelle fiamme che la circondavano e che hanno portato via mezza spalla del figlio, per non ricordare il viso pestato di suo marito e il terrore negli occhi del figlio minore quando hanno provato ad uccidere anche lei. Costretti alla fuga perché il signor Malakian è stato preso di mira, una persona integerrima e onesta che non riavrà più tutto quello che aveva faticosamente costruito, a partire dalla sua carriera. Dopo quel dolce solo nostro e dopo tanti altri dolci, a distanza di un anno, ho risentito telefonicamente Anush. Ora vivono a Brescia e suo marito lavora come operaio. I figli stanno bene, si sono integrati, hanno molti amici. E lei? Lei sopravvive. Certe volte cucina ancora, altre volte ricorda la sua Armenia con un dolore meno acuto, ripensa alla sua vecchia vita con nostalgia, ma allo stesso tempo sa che era necessario fare quello che ha fatto per la sua famiglia. Guarda le vetrine e sospira amaramente. Non può acquistare nulla, ma al suo ultimo compleanno suo marito le ha regalato una rosa. Questo per lei è già tanto.

Juvenes Translatores: un’opportunità per traduttori in erba!

imagesE’ dedicata all’identità europea l’edizione 2014 di “Juvenes Translatores”, il concorso europeo per traduttori under 18, promosso ogni anno dalla Commissione Ue. Le scuole europee interessate a partecipare potranno iscriversi fino al 20 ottobre.

Il concorso, nato nel 2007 all’insegna del motto “uniti nella diversità”, sostiene l’apprendimento delle lingue straniere e il dialogo tra culture diverse nell’Ue. L’edizione 2013 di Juvenes Translatores ha visto sfidarsi 760 scuole, di cui 73 italiane, in una prova di traduzione dedicata all’Anno europeo dei cittadini.

Nel 2014, invece, i giovani traduttori si metteranno alla prova con testi incentrati sull’identità europea. I partecipanti potranno scegliere la lingua del testo da tradurre tra le 24 lingue ufficiali dell’Ue verso una delle 23 rimanenti, per un totale di 552 combinazioni diverse.

Fino al 20 ottobre le scuole europee interessate al concorso potranno inviare la propria candidatura alla Dg Traduzione della Commissione Ue, che selezionerà 751 scuole, di cui 73 italiane. Ogni istituto potrà iscrivere dai due ai cinque studenti, nati nel 1997.

Il 27 novembre si svolgerà simultaneamente in tutte le scuole partecipanti la prova di traduzione, dalle ore 10 alle ore 12 (ora di Bruxelles).

La Dg Traduzione valuterà i testi tradotti e sceglierà una traduzione vincente per ciascuno Stato membro. I vincitori saranno invitati a una cerimonia di premiazione, che avrà luogo a Bruxelles nella primavera 2015.

Per il regolamento e tutte le informazioni clicca qui

tratto da euractiv.it

Mantova 3-7 settembre: al Festival della Letteratura c’è anche la Palestina

downloadQuest’anno a Festivaletteratura, tra i molti percorsi che il pubblico potrà seguire, uno merita particolare attenzione per l’occasione che concede di avvicinarsi alla produzione letteraria di un paese che, ora più che mai, disorienta per la sua complessa stratificazione. Mantova ospiterà, infatti, alcuni degli autori di punta della letteratura palestinese, come Murid Barghouti e Suad Amiry (trovate una sua intervista qui), ma saranno presenti anche figure di grande rilievo nella diffusione di questa letteratura in Italia, tra cui la traduttrice Elisabetta Bartuli e Wasim Dahmash, ricercatore di Lingua e Letteratura Araba all’Università di Cagliari, che aiuteranno gli spettatori degli incontri a meglio entrare nella cultura scrittoria della Palestina. A questo proposito buona attenzione sarà riservata anche a Mahmud Darwish, considerato da molti come il miglior poeta contemporaneo in lingua araba e non solo.

Si inizia venerdì 5 con un evento che sicuramente inaugura l’itinerario sulla letteratura palestinese in maniera coinvolgente: si tratta di un translation slam (Evento 69, venerdì 5 ore 10.45, Chiesa di Santa Maria della Vittoria). Due traduttrici italiane si sfideranno su un componimento del poeta Murid Barghouti. Il pubblico sarà chiamato a partecipare in prima persona nella valutazione della versione migliore e potrà così entrare pienamente nella lingua araba e gustarsi al meglio la poetica dell’autore che sarà presente. Assistendo a questo primo incontro sarà poi più apprezzabile quello successivo (Evento 81, venerdì 5 ore 14.30, Conservatorio di musica Lucio Campiani) dal titolo La poesia della terra, che avrà come protagonista sempre Murid Barghouti, accompagnato questa volta dall’intellettuale palestinese Wasim Dahmash; preparato e, in un certo senso, introdotto dal translation slam della mattina, chi decide di partecipare sarà pronto a comprendere più soddisfacentemente lo scrittore, che parlerà, così come suggerisce il titolo, della poesia della propria terra e di come attraverso le parole e la letteratura si possa in un certo senso riscattarla e perpetuarla.

Sabato 6 sarà, invece, la giornata dedicata a Mahmud Darwish. Anche in questo caso la concatenazione degli eventi permetterà di immergersi in modo migliore nell’opera e nella personalità dell’autore in questione. Alle 19 (Cinema Oberdan), infatti, si potrà vedere Write down, I am an arab, film che fa luce, anche grazie a materiali inediti, sulla vita e l’esperienza artistca del poeta palestinese. Con tempismo perfetto, subito dopo (Evento 187, ore 21.15, Conservatorio di musica Lucio Campiani), il pubblico potrà prendere parte ad Affinché il vento non mi disperda, commemorazione letteraria proprio in onore di Darwish, in occasione dell’uscita in Italia di “Una trilogia palestinese”, raccolta dei suoi più importanti testi in prosa.

La stessa cosa vale per la giornata conclusiva di domenica con l’autrice Suad Amiry, che si è saputa distinguere negli anni per la profonda vena di ironia con cui affronta i temi più disparati, anche i più drammatici. Il primo evento a lei dedicato è il Blurandevù delle ore 12.00 (Piazza Leon Battista Alberti). Sarà interessante vedere come i giovani intervistatori metteranno alla prova la scrittrice e architetto palestinese con le loro domande curiose e originali. Il pubblico avrà modo di conoscerla sotto aspetti meno usuali e arrivare all’Evento 230 (Ore 16.45,Teatro Ariston) con un bagaglio di informazioni utili per partecipare con coinvolgimento all’incontro tra la Amiry e Dahmash, Una bellezza senza dimora, che, anche attraverso l’ultimo libro dell’autrice, verterà sull’importanza per l’identità palestinese dell’esperienza di espropriazione del patrimonio architettonico e, in particolare, della propria casa. 

Si conclude con ciò il percorso sulla letteratura palestinese. Lo spettatore avrà avuto modo di avvicinarsi a molti aspetti di essa: dalla prosa alla poesia, dalla tragicità delle parole di Darwish all’umorismo agrodolce di Amiry, passando dalle opere di Barghouti attaccate all’ironia della realtà e alla realtà dell’ironia. Insomma, incontri da non perdere assolutamente, non solo per la rara possibilità che concedono di toccare con mano tutta un’area di letteratura non sempre così esplorata, eppure così fruttifera, ma anche perché, adattando le parole di Tullio Avoledo, che suggerisce caldamente alcuni degli eventi qui elencati, quest’anno questi autori potrebbero profondamente aiutare a capire cosa sta succedendo in Palestina, la loro terra.

tratto da festivaletteratura.it

Per tutto il programma del festival clicca qui

Cercasi traduttore alla Corte Penale Internazionale

The International Criminal Court in The Hague is offering a two-year appointment with the possibility of extension (six months probationary period) for a Translator/Reviser (English).

The deadline for applications is 4 September 2014.

Duties & Responsibilities

Under the direct supervision of the Head of the Language Services Unit, the Translator/Reviser (English) will perform the following tasks:

  • Act as the focal point for all translation and related work by, among other things, proactively planning and conducting outreach with clients regarding their language needs, overseeing the work assignment process inside and outside the Unit, negotiating deadlines where required, ensuring the timely return of all requests, and monitoring fit-for-purpose output quality;
  • Contribute to the development of policies and guidelines concerning translation and related areas for the Office;
  • Oversee the selection of persons to be placed on the roster of freelance language professionals and, in some instances, the recruitment of in-house translation staff;
  • Revise high-level and sensitive translations produced by internal or external translators, assuming responsibility and accountability for the quality of English translations; occasionally translate such documents as circumstances require; documents cover a broad range of subjects including legal, political, social, economic, financial, military, administrative and forensic matters;
  • Edit high-level and sensitive documents drafted in English, correcting ungrammatical or unidiomatic use of language and applying in-house style guidelines;
  • Supervise the induction and mentoring of new translators concerning the Unit’s translation processes and the provision of appropriate technical guidance to external translators as appropriate;
  • Conduct performance appraisals for certain staff;
  • Approve French/English terminology, thereby ensuring harmonized usage;
  • Perform any other language-related services as required by the Head of the Language Services Unit.

For more details on qualifications and skills required, as well as general information about the position, click here.

tratto da wordstodeeds.com