Indovina chi viene a pranzo

DSC06720In questi giorni è molto difficile trovare un punto di incontro sulla questione migrazione. Tutti i migranti sono diventati improvvisamente rifugiati, perché loro possono essere accolti, i migranti economici vanno rimandati nei loro paesi. Noi siamo noi, loro sono gli altri, i diversi, quelli che hanno tradizioni lontane dalle nostre e soprattutto religioni diverse. Ma chi l’ha detto che non è possibile incontrarsi e condividere le proprie storie, le proprie vite, anche solo per un giorno? Qualche tempo fa mi è capitato di sentire un parroco dire: “Ma da quando cristiani e musulmani si siedono alla stessa tavola?” Proprio di fronte alla sua chiesa, nel parco di uno stupendo ostello, la scorsa domenica, giorno molto importante per i cristiani, si sono riunite alla stessa tavola 630 persone musulmane, cristiane, atee, buddiste, agnostiche per festeggiare l’id al-adha, una delle due festività del calendario islamico, la festa del sacrificio. Ogni anno, mentre migliaia di persone si recano in pellegrinaggio a La Mecca, coloro che non possono farlo si incontrano per la preghiera comunitaria e poi, dopo aver sacrificato solitamente un agnello con metodo halal, si riuniscono alla stessa tavola consumandolo insieme a verdure e couscous o ad altre pietanze. Nella mia piccola città provinciale, grazie a una efficiente organizzazione, è stato possibile per me e tanti altri partecipare a questo momento importante. Fin dalla mattina, tante mani di diversi colori si sono impegnate nel rendere tutto perfetto: dalla cucina con i fumanti pentoloni da cui spuntavano i sorridenti visi di donne dai veli sgargianti, alle lunghe tavolate su cui come una catena sono stati messi piatti e bicchieri, bottiglie d’acqua e di aranciata. E poi i tappeti nel giardino squarciato da uno spicchio di sole e il muezzin che con una dolce voce musicale ha invitato i fedeli alla preghiera. Con mio figlio in braccio, ho assistito in silenzio a quel momento che univa tanti volti, tante vite diverse e segnate da gioie e dolori. Dopo la preghiera, è arrivato il momento di festeggiare e il re agnello con il principe couscous e le damigelle verdure sono arrivati in grandi piatti da cui ci siamo serviti aiutandoci l’uno con l’altro. I sorrisi, i gesti, gli abbracci, le semplici parole, un’armonia contagiosa che per un giorno mi ha permesso di migrare in luoghi che non conoscevo, in usanze che ho scoperto meravigliandomi e chiedendomi il perché non sia possibile far sì che tutto questo diventi la normalità. Domenica a quella tavola erano sedute persone, senza categorie, senza limiti invalicabili, senza frontiere e senza diversità. Persone che, anche con un italiano stentato, sono riuscite a capirsi perfettamente e ad aiutarsi per un unico scopo comune: riuscire a guardarsi con gli occhi degli altri senza averne paura. Dopo lo squisito pranzo, bocche sorridenti e sguardi complici si sono uniti per foto e ricordi che rimarranno indelebili e poi alla luce di un fresco tramonto settembrino le porte dell’ostello si sono chiuse e il parco è tornato a essere la casa di cinguettanti uccellini. Aver condiviso questa giornata con mio figlio e la mia famiglia è stato molto importante per me, ma spero davvero che sia il primo di una lunga serie, che sia una piccola luce in un cielo nuvoloso, un cielo che possa finalmente aprirsi e rivelare tutto ciò che ormai non è più altro da noi.

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L’estate non arriva? Portiamola a tavola!

libano_insalata-fattoushVisto che il clima non ci concede un po’ di sole e caldo, vi propongo un piatto dal sapore mediorientale per colorare la nostra tavola e rallegrare così i nostri animi!

Ecco qua il fattoush, un’insalata libanese, che ora trovate anche in Egitto e in altri paesi arabi, piatto semplice e gustoso.

Ho scovato per voi due versioni: una è qui ed è quella più “occidentale” e l’altra è qui, con il sumac e lo sciroppo di melograno, più speziata ma più autentica! A proposito il sumac, per chi non lo sa, è una spezia rossa dal sapore aspro e aromatico, che potete facilmente trovare nei supermercati.

Allora, che altro dire… buon appetito! Sahten!!

 

Il fresco sapore di un picnic libanese!

Ecco una ricettina veg anche per coloro che non mangiano carne e che vi rinfrescherà in queste prime giornate primaverili e soprattutto vi disintossicherà dalle mangiate del periodo pasquale! Anzi, perché non fare un bel picnic il giorno di Pasquetta, gustandosi questo piatto mediorientale?

Sto parlando del tabbouleh, antico piatto libanese, dalle molte varianti, le cui origini sono contese fra tutti i popoli nordafricani. Il tabbouleh è spesso servito come una delle mezze (antipasti). Suo ingrediente principale è il bulgur e non il cuscus come contrariamente si pensa! E’ un’insalata con questo ottimo cereale, prezzemolo e menta e condita con molto limone… davvero fantastica! Ecco qui un paio di varianti del tabbouleh: dal sito di babel.tv e da un altro sito molto interessante che ho appena scoperto taccuinistorici.it (non fate caso alle traslitterazioni dei nomi… in arabo è sempre un caos!).

Fatemi sapere come lo avete cucinato e se conoscete qualche modo per arricchire la ricetta! Un’ultima cosa… sahten!!! Buon appetito!

Un’idea gustosa per Carnevale

Visto che siamo a Carnevale e visto che di solito ci rimpinziamo di dolci e dolcetti, io vi propongo una ricetta mediorientale per variare un po’ dalle solite castagnole e frappe. Si tratta del basbousa, un dolce di semolino diffuso in tutto il Medio Oriente e in Nord Africa, ma anche in Somalia! Sicuramente lo avrete visto, di solito si fa per la fine del Ramadan, ma nelle tavole arabe è presente tutto l’anno. Viene tagliato in tanti pezzettini, quadrati o rombici, e molto spesso si aggiunge del cocco o una mandorla al centro di ogni pezzo. E’ buonissimo e mooolto dolce come vuole la tradizione araba! Se volete provare a cimentarvi nel prepararlo, ecco tre ricette, che differiscono molto poco tra loro: una è quella del basbousa libico, un’altra è del somalo e l’ultima è dell’egiziano. Fatemi sapere se vi piace e… buon appetito!

Per chi vuole leggere un buon libro sulla cucina del Medio Oriente e del Nord Africa consiglio questo testo di Claudia Roden. Non c’è solo cucina, ma anche tanta storia, per capire un po’ di più le tradizioni culinarie del mondo de Le Mille e Una Notte.