Beirut, gennaio 1990, notte fonda. È il giorno del suo quarantesimo compleanno e Karim Shammas sta aspettando il taxi che lo porterà all’aeroporto a prendere il volo per tornare a Montpellier, dove vivono sua moglie e i suoi figli. Per la seconda volta, a distanza di più di un decennio, si lascerà alle spalle il Libano, Beirut, una società che in quindici anni di guerra civile ha perso tutti i suoi valori di riferimento. Karim Shammas celebra il suo compleanno da solo, in una città al buio, percorsa dalle raffiche di kalashnikov e dai colpi di mortaio a cui, di lì a pochi mesi, si imporrà di partorire la pace. Verrà a raggiungerlo, nella notte, almeno una delle donne che lo hanno accompagnato nei mesi beirutini? Verrà la giovane Ghazaleh, dalla sessualità dirompente? Verrà Muna, la borghese che non vuol sentire parole d’amore banali? Verrà Hind, la fidanzata di gioventù ora moglie di suo fratello? Quel che è certo è che verranno i ricordi. Verranno gli anni dorati dell’infanzia, verrà la sicurezza di un rapporto osmotico con il fratello quasi gemello, verrà l’afflato sessantottino della giovinezza, verrà il cameratismo della militanza. E verranno la paura, la fuga, il ritorno in un paese che non è più il suo paese, verrà la disillusione di chi, non solo in Libano, ha creduto nella giustizia sociale. Tornerà davvero a Montpellier, Karim Shammas?
Questa la sinossi, tratta da editoriaraba.wordpress.com, dell’ultimo romanzo dello scrittore libanese Elias Khoury, Sinalcol, che in italiano è diventato Specchi rotti.Tradotto come tutti gli altri da Elisabetta Bartuli, Specchi rotti uscirà esattamente tra 6 giorni per la casa editrice Feltrinelli, a differenza dei precedenti che erano stati pubblicati da Einaudi.
Sinalcol è già stato tradotto in francese da Actes Sud con il titolo Sinalcol. Le miroir brisé e dovrebbe uscire presto anche in inglese nella doppia edizione britannica e statunitense.
Semifinalista al premio per la narrativa araba 2013, poi vinto dal romanzo del kuwaitiano Saoud al-Sanousi, il romanzo narra la “storia di due fratelli, fortemente legati al padre, in apparenza simili ma profondamente diversi, durante la guerra andranno a combattere su fronti opposti: uno si unirà alle milizie fasciste, l’altro a quelle di sinistra. Col loro incontro, dieci anni dopo, comincia un percorso a ritroso nei ricordi che, dagli anni Cinquanta a oggi, traccia la storia della generazione che nella guerra civile è andata incontro al proprio fallimento. Ma Sinalcol è anche un’animatissima tale of two cities, Beirut e Tripoli, luoghi simbolo delle contraddizioni libanesi” (Giacomo Longhi).
E quindi resta un’unica cosa da fare… leggerlo! 🙂 Io sono molto curiosa e sicuramente lo acquisterò. Fatemi sapere se vi è piaciuto…