Siamo di nuovo a Natale. Sembra che non sia passato neanche un giorno da quando sono tornata da quel paese lindo e cristallino che è la Svizzera. Ma da luglio sono successe tante cose… prima di tutto il mio lavoro. Da settembre sono referente territoriale del progetto per cui spendo ogni mia energia da un anno e mezzo. Cosa significa? Sicuramente che ho maggiori responsabilità, più problemi da risolvere, maggiore capacità decisionale ma anche tanta ansia in più. Farò bene? Sto sbagliando? Cerco di affidarmi al mio buon senso, al mio istinto, all’amore che metto in ciò che faccio e all’importanza che hanno per me gli utenti, rifugiati e richiedenti asilo, che sono ospiti nel progetto. Questo incarico mi dà molte soddisfazioni, è stata una sferzata di energia. Come lo è stato il regalo che mi è arrivato per Natale. In questi mesi ho infatti portato avanti un piccolo grande sogno nel cassetto. Da quest’estate ho iniziato a studiare nei ritagli di tempo, mentre mio figlio faceva il pisolino pomeridiano, di sera, di notte, nonostante facessi fatica a tenere gli occhi aperti, fino agli inizi di questo mese. Ho sostenuto un esame per me molto importante. E finalmente ho ottenuto la certificazione in didattica dell’italiano a stranieri “Cedils” rilasciata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Un sogno che è diventato realtà, una soddisfazione personale, forse un aiuto per il futuro. Un semplice foglio, il classico pezzo di carta, che però mi regala un sorriso e mi ripaga dei sacrifici fatti. In questi mesi sono riuscita a fare anche un piccolo lavoretto, la traduzione di una brochure turistica per il Comune di Monte Roberto. La traduzione, mio primo colpo di fulmine, che si è trasformato in un amore duraturo e immutato nel tempo, amore che mi dona la voglia di riscoprire ogni giorno le lingue che ho studiato, di impararle ancora e ancora.
Siamo di nuovo a Natale. Il tempo vola. Nel mondo sono successe tante cose e tante ne stanno succedendo: dalla spirale di odio e terrore che ha invaso l’Europa, alla mia cara Siria in ginocchio, la mia Aleppo distrutta, le migliaia di vite spezzate. Non posso augurarvi un buon Natale senza prima pensare a loro, alle vittime innocenti, al dolore che ormai ci avvolge ogni giorno come una nebbia soffocante. Ma non posso augurarvi un buon Natale senza prima ricordarvi che bisogna crederci ancora, bisogna sperare ancora, bisogna credere sempre nei propri sogni. Non potremo cambiare il mondo, ma possiamo migliorare le nostre vite. Io in questi mesi ci ho creduto. E nel mio piccolo ci sono riuscita. Non smettete mai di farlo, portate avanti i vostri sogni, i vostri desideri, fino alla fine. Con forza, grinta e fiducia nelle vostre capacità. Vincerete.
Buon Natale